Le stava dicendo che appena sentiva la parola blog lui drizzava subito le orecchie, e uno si sarebbe aspettato da lei un adattamento ironico di una celebre quanto allarmante citazione di un politico nazista come risposta, ma a quell’ora sarebbe stato difficile chiamare a raccolta le risorse necessarie per il sarcasmo. Si limitò a metterlo al corrente del fatto che quello di leggiucchiare qua e là i diari di bordo di emeriti sconosciuti era uno dei suoi passatempi preferiti, il che costituiva una vera fortuna per il popolo del web dove l’offerta è di gran lunga superiore alla domanda e i lettori sono da coccolare e fidelizzare in ogni modo, e lui non esitò un istante per farglielo notare. Così gli passò in rassegna le cose che si potevano trovare, soprattutto in quei siti monografici in cui le persone condividono il loro progetto in corso, gli citò anche un filmetto piuttosto recente, una di quelle commediole americane a lieto fine malgrado il responso dei botteghini su un blog di ricette e una aspirante net-star che le provava una ad una, ogni giorno che Dio le concedeva di vivere. Ma dato che la sintonia cinefila era piuttosto remota, rinforzò i dati per la casistica con quello di cui era certa anche se poi lui non avesse avuto né il tempo né la volontà di controllare. Coppie che raccontano il loro percorso nella ricerca della gravidanza, genitori che descrivono il difficile percorso della malattia del figlio, persone che lottano con un tumore e che ti fanno sentire che tutto il resto non è che abbia tutta questa importanza e speri sempre di trovare con una certa periodicità un nuovo post o un aggiornamento perché poi si finisce anche per preoccuparsi di tutti i casi nel mondo come se dei nostri non ne avessimo mai abbastanza. Temi che nella maggior parte dei casi sono sviluppati da autrici, da donne, perché magari c’è una maggiore sensibilità. E forse per riportare la discussione su toni meno drammatici o magari anche solo per corteggiarla, lui le suggerì di mettersi all’opera, magari con un blog più generalista e centrato comunque sulla sua personalità così eclettica. E fu questo che le fece pensare a voce alta che a lei erano successe cose fino ad allora con cui avrebbe potuto riempire almeno altre cinque o sei vite e che riviverle anche solo a parole non le sarebbe sembrato il caso. Ma non appena si rese conto della confessione personale che si stava consumando, riuscì a fare un passo indietro mettendola sulla necessità che si manifesta, a una certa età, di rivedere le priorità della vita. E che in certi momenti l’unica cosa a preoccupare gli adulti dovrebbe essere solo lo scompiglio che il decesso dei genitori può recare sulla propria esistenza, sempre che lo si voglia considerare ancora una volta un’esperienza vissuta in prima persona senza tirare in ballo la sofferenza di persone anziane che si vedono esaurire il tempo a loro disposizione, che sarebbe ancora più plausibile. Ma, in ogni caso, un blog impostato così, anche se sulla faccia di lui era chiaro che ormai stava pensando ad altro, sarebbe stato perdente in partenza.
Mi hai gettato nello sconforto