shazzan!

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Sarebbe interessante allestire un Facebook ombra raccogliendo e organizzando le parti tagliate delle foto dei profili degli iscritti. Avete presente vero quelli che non trovano di meglio che prendere una foto scattata in compagnia al mare, durante una cena, in ufficio o – le peggiori – stretti al proprio partner e riciclarla come immagine individuale dopo aver ritagliato il quadrato in cui inscrivere il proprio faccione gaudente incuranti dei particolari che lasciano dedurre la presenza di qualcun altro lì vicino? Una porzione di viso, un arto, i capelli. E spesso non si tratta nemmeno di placeholder temporanei, perché restano lì per mesi e anni e ci sarebbe da chiedersi che fine hanno fatto i rimasugli della versione originale della foto, che è vero che stiamo parlando di byte e non di carta fotografica, ma allo stesso modo del formato materico estromettere da uno spazio pur privato uno o più comproprietari di un bene come un istante di vita comune immortalato da una macchina digitale suona come una mancanza di rispetto. La prima cosa a cui penso quando mi imbatto in questi trattamenti sommari e spesso eseguiti con pressapochismo è che l’autore che si ritaglia – è proprio il caso di dirlo – il ruolo da protagonista unico ha volontariamente commesso un atto di disprezzo nei confronti di un ex, amici con cui ha litigato, famigliari che rivede solo in tribunale rappresentati da legali avversari. E credo che se capitasse a me di riconoscere qualche mio particolare anatomico sullo sfondo di un primo piano sorridente chiederei l’immediato intervento di rimozione tramite fotoritocco qualora l’interessato non volesse per nessun motivo far rientrare anche me nella sua pagina utente. Perché, che diamine, possibile che hai solo quella foto lì? Piuttosto metti una foto in controluce, con delle automobili sullo sfondo, o scattata da lontano così non si capisce né chi sei tu e né di che paesaggio si tratta quello che hai voluto a tutti costi che i visitatori del tuo profilo associassero alla tua persona. Ma, dato che da cosa nasce cosa, ho avuto un’idea. Un concorso. Ricordate quel cartone animato di quei due fratelli ognuno dei quali indossava la metà di un anello, la cui unione evocava una specie di genio della lampada di nome Shazzan? Ecco, quando troviamo una foto palesemente tagliata, e se si tratta di due persone guancia a guancia in cui la scissione risulta ancor più dolorosa e non solo per la parte mancante, sguinzagliamoci come segugi nei social network per trovare la porzione complementare. Ricomponiamo la foto e inviamola ai relativi proprietari, qualcosa di magico sono certo che succederà.

5 pensieri su “shazzan!

  1. mia madre conservava le foto dei miei padrini (due fidanzati che s’eran poi lasciati) tutte piegate all’indietro per la parte in cui compariva ello (l’ex fidanzato della sua cugina mia madrina appunto): fotosciòp anni settanta.

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