Che poi a forza di non uscire più uno perde il senso della realtà, come sono fatti gli uomini e le donne, quali giacche siano in voga e che moda vada per la maggiore in generale. Come sono diventate le automobili, sapete che pian piano la forma cambia per tutta una serie di fattori che non stiamo qui a elencare. Di cosa parli la gente quando si incontra per pranzare insieme seduta ai tavolini sui marciapiedi di fronte a quelli che invece cercano di fare la colletta per mangiare ovunque, quale sia l’età media che distanzia le coppie in via di formazione, clandestine e no. Chi siano i clienti degli alberghi anonimi che danno sulle vie del centro con portoni che potrebbero sembrare qualunque cosa ed è forse proprio per quello che continuano ad avere clienti malgrado le catene di hotel che si vedono ovunque. Si può entrare come se si facesse ingresso in un qualsiasi palazzo e nessuno vi fa caso. Che musica ascoltino le ragazze che prendono il sole di fine estate sulle panchine e che lavoro facciano tutti quanti. Così si giunge alla conclusione che il momento migliore per iniziare a scrivere una storia è proprio il mercoledì pomeriggio, che poi quello era proprio l’istante da cogliere che uno è anche pronto a cogliere ma poi alla fine non si presenta mai, e lo si cerca ovunque. Dentro sé stessi, nella rete, tra le pagine del blocco degli appunti, sugli scaffali delle librerie con le novità. Poi cammini e ti supera un ragazzo con una borsa da donna sottobraccio, incroci un informatico con un completo dell’Oviesse, vedi un jeans che costa più di cento euro e input dopo input ecco che emerge tutta la trama che sapevi esistere da qualche parte ma di cui ne scorgevi solo qualche vetta affiorare in ordine casuale. E così eccoci qui, che ci vien voglia di dire che questa è una riflessione che prima era solo uno spunto che poi è diventata un nuovo spunto per tornare a essere una riflessione e poi chissà cosa sarà, il tutto senza perdere mai di vista il titolo che in realtà è stato l’inizio del tutto.
boh, secondo me sei forte, poi non lo so.
E poi c’é chi ti legge, un mercoledí sera e troba bello quello che scrivi enon é mica poco. E quella storia la vorrebbe leggere
hey (pronunciato alla Fonzarelli) 🙂
tu sì che mi dai soddisfazioni