la musica degli angeli

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Bisogna prendere provvedimenti. È dal 1991, anno di uscita di “Caribbean Blue” di Enya, che nell’immaginario acustico collettivo si associa questo pezzo al concetto di relax. Vuoi mettere in sequenza le foto delle vacanze in Scozia in una slide show su youtube? Devi musicare un saggio di yoga per impressionare i potenziali adepti alla ricerca del benessere interiore e fare cassa? Devi sonorizzare una pubblicità di un deodorante intimo? Vuoi uno stimolatore di immagini interiori in grado di generare sincronia tra il ritmo universale e la frequenza di percezione del tempo a partire da un dato istante di presa di coscienza di un vuoto che solo il ritorno di una persona amata è in grado di riempire tale che il susseguirsi di minuti ore o giorni possano essere lievi come i cerchi concentrici di una lacrima di gioia sulla superficie di una tisana fumante riflessa dalla finestra sul domani che sorgerà dentro di te nel momento in cui l’assenza potrà essere introiettata come un temporale rapido a svanire oltre l’infinito? O semplicemente non riesci a prendere sonno? Nessun problema. Metti su “Caribbean Blue” di Enya e la new age si materializzerà dentro e fuori di te. Vorrei preparare una puntuale guida all’uso di “Caribbean Blue” di Enya, una sorta di manuale operatore per neofiti delle vibrazioni positive e mettere in guardia i potenziali utenti che magari si apprestano a scrivere qualcosa e mettono su “Caribbean Blue” di Enya e mentre sono lì che scrivono e di colpo si addor

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