Mi piacerebbe sapere il parere di Paul Mc Cartney e di tutti gli altri musicisti che negli anni 60 hanno registrato album in stereofonia, jazzisti compresi, i cui strumenti sono stati posti agli antipodi dei canali left e right tanto che, per esempio nel caso di molte canzoni dei Beatles, ci sono le voci da una parte e tutto il resto dall’altra. Avrebbero fatto lo stesso sapendo che un giorno io e tanti altri avremmo ascoltato la loro opera prevalentemente sull’iPod in cuffia, in cui la separazione così radicale è tutt’altro che piacevole?
È una domanda che dovresti porre ai fonici, non agli artisti, però… 😉
All’epoca non era ben chiaro come sfruttare la stereofonia. Comunque spesso i suoni erano mono, anche se uscivano da left e right, cioè non erano aperti stereofonicamente – cosa che adesso diamo per scontata. Tutto “News of the world” dei Queen, ad esempio, ha la voce mono.
“The Beano album” è disponibile in CD, con le stesse tracce prima stereo e poi mono. Forse qualcuno s’è posto il tuo stesso dilemma.
eh ma è più difficile risalire a chi stava al mixer
ho un lp d’epoca fatto proprio per diffondere la conquista tecnologica della stereofonia, con effetti speciali e roba super-kitsch, con tanto di presentatore che ti introduce nel magico mondo dei due canali
Ricordo le chitarre di Al Di Meola fatte roteare per la stanza. Ecco, la parola “kitsch” mi ha fatto tornare in mente questo.