Ci sono vari modi di fare le cose, alcuni dei quali danno molta soddisfazione e costano pochissima fatica agli autori, un po’ meno a chi gli vive intorno. Prendi per esempio quelli che dire di aver fatto una cosa corrisponde ad averla fatta per davvero, il semplice enunciare un’azione corrisponde ad averla eseguita il che è encomiabile perché significa che ci sono individui il cui verbo ha un valore ai limiti del divino, la creazione, la materia che si plasma sul tono della loro voce o, come è più facile, il solo prender corpo di un impegno attraverso l’evocazione dello stesso equivale per le loro coscienze al rimettersele a posto. Ma sappiate, voi che pensate di materializzar parole in un fumetto visibile ai più e che ciò che vi è contenuto corrisponda alla cosa in sé che purtroppo non è così, c’è un detto che addirittura vi separa dal vostro obiettivo in potenza con l’apposizione nel mezzo di una distesa d’acqua salata, decisamente navigabile e alla vostra portata ma che scoraggia i più a imbarcarsi e partire.
C’è un altro modo poi molto diffuso, che è riassumibile nel concetto di adesso vediamo. Quello che vuol essere un deterrente all’impazienza altrui talvolta funziona come un dispositivo spargi-nebbia per confondere la visione sul futuro di chi ci vorrebbe attori a comando di volontà di terze parti, ma attenzione a non confondere i vapori della propria elucubrazione con i lacrimogeni della presunzione di voler fare sempre comunque secondo la nostra indole, quel fumo negli occhi che addolora il nostro prossimo che, invece, partecipando alla nostra manifestazione di intenti, ha bisogno di nient’altro che un intervento nell’immediato. L’adesso vediamo è un argine all’impeto dell’entusiasmo di altri che non siamo in grado di gestire se non tirando su un muro protettivo se non intere fortezze, che è un po’ perdere tempo mentre si cerca l’alternativa più plausibile e un po’ mascherare la nostra inadeguatezza al momento, la stessa che ci porta a minimizzare questioni che per altri necessitano di un ponte levatoio per essere superate.
Ecco, in entrambi i casi l’esito del nostro intervento va molto vicino allo zero assoluto, l’effetto non cambia nulla di quella che era la causa, ma nel frattempo abbiamo nutrito il nostro animo di sostanze immediatamente digeribili e smaltibili, che a noi non lasciano nulla ma a chi abbiamo di fianco causano irritazioni cutanee e non, ci lasciano leggeri apparentemente ma con un peso dentro, e a cercarlo è facile stimarne la massa e calcolarne l’entità, sedimenti che poi a nasconderli c’è gente che ci mette addirittura una vita intera e magari non ci riesce neppure.
Sfido chiunque abbia un figlio a dimostrare, documenti alla mano, di non aver mai detto un “adesso vediamo”. Mica lo si fa sempre con l’intenzione di annebbiare la mente del pargolo (cosa che, per altro, non funziona). E’ che spesso ti spiazzano con le loro richieste e devi prendere tempo per elaborarle. Ma sta sicuro che prima o poi una risposta/azione la devi pur dare/fare.
In ogni altro ambito è una risposta che mi genera incazzature perenni e che, quindi non do mai.
Io odio l’adesso vediamo… preferisco di gran lunga la schiettezza… che sia anche “Non so se posso” “Non so se ci riesco”… accetto anche “Forse”… ma l’adesso vediamo mi sa troppo di presa per i fondelli. No?
è la risposta standard di mio padre, non posso che essere d’accordo con te
terribile e innervosente