come quando fuori piove

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Un uomo rallenta con il suo fuoristrada grigio e accosta al bordo della corsia con le quattro frecce. Lo vedo scendere dall’abitacolo, girare intorno all’auto e fermarsi nello sterrato prima dei campi. La statale che porta da e verso Milano è deserta, è domenica mattina e non si capisce se pioverà o no. Probabilmente l’uomo si avvicinerà al bosso che delimita il viottolo che si dipana da lì, tirerà giù la cerniera e scaricherà. Invece lo vedo chinarsi velocemente, poi si rialza per risalire in macchina e ripartire. E mentre mi passa di fianco ci guardiamo per un istante. Mi viene in mente che quello spiazzo è spesso occupato da una ragazza, una di quelle che quando le vedi dici che è venuta dall’est e ora è schiava di qualcuno. Nei giorni infrasettimanali è lì solo dall’imbrunire in poi, nei fine settimana fa orario continuato, l’ho vista anche all’ora di pranzo e ho visto anche clienti contrattare un prezzo. Già che ci sono accelero, tanto sono già di corsa e aumentare un po’ il ritmo non mi costa nulla, e pochi metri dopo, nel punto in cui l’uomo del fuoristrada si è chinato, vedo tre rose rosse appoggiate sui ciuffi d’erba. Non so se sia una bella storia oppure no. Ci devo pensare.

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