Ragazzi, che svarione che ho preso. Ho visto in tv lo spot delle coppie celebri testimonial della campagna fiscale delle ACLI e ho applicato un metro di giudizio distorto dal fatto che la coppia costituita da mia moglie e il sottoscritto si rivolge a un CAF per la dichiarazione dei redditi. Quindi ho inteso che tutte coppie chiamate a pubblicizzare il servizio, che a quanto leggo sono clienti veri, fossero legate da matrimonio o anche solo conviventi, una famiglia in carne e ossa insomma che utilizza il CAF per compilare il modulo fiscale congiuntamente. Ma questo è, come si suol dire, un film che mi sono fatto io, probabilmente, un po’ sull’onda emotiva. Tanto che di fronte a Romolo e Remo ho avuto un sussulto. Vuoi vedere che c’è qualcuno che per rappresentare la gente comune dà spazio anche a una coppia gay, come ha fatto l’Ikea? E poi un’organizzazione a sfondo cattolico, con tanto di croce nel logo. E non vi dico quando nello spot Romolo e Remo si abbracciano. Ma allora è proprio così, stento a crederci. Uno spot con una coppia gay che promuove servizi per famiglie di un’organizzazione cristiana in prima serata, una pubblicità in cui due uomini entrano in contatto, si scambiano effusioni. Che stia cambiando qualcosa? Poi però, scemato il livello di analisi ottimista, la prima istanza a caldo, ho associato le coppie in carne ed ossa a quelle celebri, in fondo Romolo e Remo erano solo fratelli, a differenza di Renzo e Lucia, e addirittura uno ha ucciso l’altro. Poi Adamo e Eva e Romeo e Giulietta. In che Paese credo di vivere? Sono solo protagonisti della letteratura e della cultura popolare che hanno prestato il nome a una trovata di comunicazione. Ma sarebbe stato bello se l’intento fosse stato un altro, vero?