L’annuncio in inglese, solo in inglese, coglie impreparati me e le poche persone che sono in attesa della metropolitana che in questo punto è in superficie e non so perché ma è una cosa che mi piace, mi sento nella suburbia di una città europea anziché a metà strada tra Milano e la sede di un colosso dell’ICT e sembra che la fermata in questione sia stata pensata ad hoc per questa presenza, altrimenti non si spiegherebbe il perché professionisti del calibro del sottoscritto dovrebbero trovarsi in posti sperduti come questo. Il quadro è ancor più degno di nota perché siamo ben oltre l’ora di punta, i passeggeri che hanno calcato queste banchine sono già in ufficio o a scuola e rimaniamo solo noi, un manipolo di individui ciascuno con le sue peculiarità, in attesa del convoglio e fiaccati da un vento freddo laterale che non sai come metterti.
C’è una coppia di adolescenti in palese assetto da “marinaggio” (ma come si dirà poi l’azione dello saltare la scuola, non l’ho mai capito) ma dagli abiti assolutamente inadatti al rigurgito invernale di questi giorni. Quello con la maglietta dei Pink Floyd, avrà quindici anni e nel 2012 ha una maglietta dei Pink Floyd, ha solo una camicia militare sopra e si diverte a sputare perpendicolarmente ai binari. C’è una badante sudamericana in pausa, da cosa capisco che è una badante non lo so, è che ormai i pregiudizi hanno fatto di me una persona ancora più brutta di quella che sono, ma è lì tutta stretta nella sua giacca Quechua e parla al telefono in un italiano perfetto. Che è in pausa è facile da capire no? A quest’ora dovrebbe essere al fianco di qualcuno.
E infine c’è uno che sta tornando da un meeting di lavoro, da cosa capisco che si tratta di uno che sta tornando da un meeting di lavoro è semplice perché è la voce narrante di questo futile reportage ed è la stessa brutta persona di cui sopra. Anche lui sente l’annuncio in inglese, solo in inglese, che avverte i passeggeri di qualcosa inerente i biglietti extra-urbani e la linea per Rho Fiera e si rende conto che di quel banale annuncio riesce a capire solo qualche parola qua e là e a ricostruirne un significato meno che approssimativo, peraltro un annuncio registrato con i piedi perché si sentono voci sullo sfondo e sembra più uno scherzo che non una comunicazione importante quale deve essere se è stata registrata in inglese, solo in inglese.
E la brutta persona di cui sopra, che non accetta il fatto di avere una conoscenza dell’inglese da scuola media malgrado il lavoro che fa, malgrado le lezioni di cui ha goduto come benefit (l’unico, eh) aziendale prima che l’agenzia in cui lavora tagliasse i costi, malgrado ascolti per il 99,99% solo ed esclusivamente musica in inglese, malgrado con sua moglie in casa abbia praticato l’inglese come lingua ufficiale per non farsi capire dalla figlia e poter parlare di argomenti inerenti lei e altre questioni che era meglio non farsi sentire fino a quando la figlia non ha iniziato a studiare l’inglese a scuola e ad ascoltare per il 99,99% musica inglese e ad afferrare il senso di buona parte delle parole.
Così la brutta persona alias voce narrante fa una smorfia, a se stesso perché è voltato rispetto agli altri passeggeri, fa una smorfia e pensa quanto sia inutile trasmettere una comunicazione in inglese, solo in inglese, inerente il Salone del Mobile in quel posto sperduto nella brughiera, fiaccato dal vento e frequentato da badanti sudamericane, pischelli brufolosi di periferia e, casualmente, professionisti della comunicazione in trasferta. Ed è a quel punto che la badante sudamericana aggiorna il suo interlocutore sul fatto che hanno appena trasmesso un annuncio per indicare gli ingressi corretti per accedere al Salone evitando la coda e quale tipo di biglietto utilizzare, e aggiunge che lei e il suo collega architetto – il tutto in perfetto italiano – potranno incontrare la persona con cui sta parlando proprio in fiera, allo stand del loro studio di progettazione.
Così l’impiegatucolo scribacchino, già professionista della comunicazione e tutt’ora brutta persona, alza le sopracciglia nel classico gesto di sorpresa che è solito esprimere in caso di sorpresa, quello che trasforma la sua fronte in un pentagramma doppio in altorilievo, e prova a chiudersi dentro il cappuccio del parka sigillandolo ermeticamente su tutta la superficie della faccia, dalla vergogna.
Semplicemente bello. La mia colf moldava conosce quattro lingue. Anche io, per quello, ma solo se conto anche il latino e il greco studiati a scuola.
provi vergogna dei tuoi pregiudizi? io solo di quelli degli altri.
io nemmeno il dialetto
beh se ti devo far l’elenco di quello di cui mi vergogno di me facciamo un blog a parte 🙂