che ne dici

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Cercare conforto tra la folla o nel raggio di sole sotto il quale catturare un po’ di calore come in quel film dei miracolati milanesi inoperosi e per questo neorealisti poco realisti, è un’esperienza fallimentare e ne ho le prove. Intanto perché il sole in questi giorni non funziona o è difettoso. Secondariamente, tra il brusio della calca urbana e fintamente multietnica del mattino non si percepiscono belle parole. “Commercialista” è una delle esclamazioni più facili da cogliere, basta fare attenzione e prima o dopo qualcuno la pronuncia, ma converrete con me che non si tratta certo di una parola di quelle che uno la sente, sospira e si guarda davanti speranzoso nel domani. Anche “Maroni” è un termine che se si potesse dare vita a una nuvoletta con le keyword più hot del momento avrebbe un fontsize spropositato almeno da queste parti, che poi tutti lo collegano solo al Nuovo Ordine Padano ma come sapere i maroni qui sono sulla bocca di tutti, sopratutto la mattina e se fa freddo e vai al lavoro. Le occasioni non mancano. Stamane era molto in voga anche “contratto”, si dice che quando uno parla tanto di sesso è perché ne fa poco e tutti parlano di rapporti di lavoro perché non ce n’è. Infine in “home” c’è sempre qualcosa, lo trovi in home, se scorri la home in basso trovi il link, si danno indicazioni sui siti e tutti non vedono l’ora di arrivare e accendere il pc ma nel frattempo si sono dimenticati del consiglio. Quello che manca è la poesia, magari ce l’abbiamo dentro ma è talmente ben nascosta che non si vede, se la sussurriamo a chi ci cammina a fianco è inutile perché con tutto questo baccano non si sente nulla. O se ci scappa mettiamo la mano davanti come quando chi pensa di avere cose riservate da dire al cellulare si copre la bocca, qualcuno potrebbe pensare che parliamo una lingua straniera e allontanarsi diffidente.

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