Quando siedo alla mia postazione e accendo il Mac la prima mattina della prima settimana piena di primavera, per di più con lo scarto di un’ora rispetto all’orario solare, quando ho le orecchie che già mi ronzano per la pressione non si è ancora capito quale possa essere la pastiglia giusta e mi sento già stanco per le scale fatte di corsa e avrei bisogno di una seconda colazione, quando mi sento di aver ancora tutta da smaltire la sovraesposizione agli stati d’animo contraddittori come l’essere affaticato da persone alle quali di norma dovresti voler bene e mi accorgo di non aver ancora capito perché a un certo punto i propri genitori invecchiano troppo. E almeno a scriverlo ho un po’ di soddisfazione, come a dismettere qualcosa di altamente scomodo.