Il dibattito interno si sviluppa a margine di una fase conoscitiva, una sperimentazione, un bambina che vuole provare l’esperienza della messa. Sì, proprio quella, la messa della domenica. Malgrado il clima devaticanizzato che si respira in famiglia c’è qualcosa che stimola la sua curiosità, sarà il profumo dell’incenso o sarà il fatto che si tratta di una manifestazione di massa, l’attrattiva del rito corale che ha un forte ascendente sui nostri figli. Non si spiegherebbero i balli di gruppo, ripetere preghiere all’unisono e seguire i gesti di un officiante più o meno è la stessa cosa dell’animazione al campeggio. Che poi sono gli stessi aspetti che invece a me rendevano invisa la funzione e le riunioni in oratorio, muoversi tutti uguali mi fa sentire un po’ ridicolo e non perché voglia distinguermi a tutti i costi, è proprio l’estetica della manifestazione di insieme che mi provoca un disagio, il che vale tanto per gli slogan ai cortei quanto nei canti da gita in pullman. Ma tornando al casus belli, oggettivamente non è un problema avvicinarsi all’ambiente dell’oratorio, dalle mie parti non ci sono molte alternative e tra i tamarri che passano il tempo al parchetto a sputare per terra e fare i bulli preferisco l’impegno tra i fedeli. Anzi, la mia pianificazione prevede addirittura l’ingresso negli scout dell’Agesci. La stessa squadra di pallavolo in cui milita mia figlia fa parte di quel complesso parrocchiale. E una mozione interna alla discussione fa emergere il fatto che se da sempre si fosse perseguita quella scelta molte complessità si sarebbero semplificate naturalmente, è molto più comodo per i grandi fornire risposte alle domande esistenziali dei bambini con il filtro della fede piuttosto che lasciarli in pasto all’agnosticismo e al razionalismo fin da piccoli. Conoscere i nomi dei posti da cui si proviene e dove ci si ritroverà dopo consente una certezza di fondo rispetto alla nozione di nulla e di vuoto, di certo la visione escatologica è più elementare. E sappiamo tutti l’importanza del racconto fantastico e della fiaba a quell’età, no? Nel frattempo prendiamo tempo e vediamo se la richiesta si ripeterà anche domenica prossima, e anzi c’è qualche notaio in sala che sa come si fa a diseredare un figlio?
Agesci al volo. Ne sono sponsor sfegatata (anche se sono riuscita a disintossicarmi, grazie al cielo) !
Uh, a volte la curiosità dei bambini è infinita ma soprattutto inspiegabile 😀
con un prete di quelli giusti, che guarda al territorio e non a Roma, io non disdegnerei l’esperienza classica cattolica per mio figlio… vediamo.
Il primo l’ha fatta e poi si agnosticizzato in autonomia…
Ho una figlia che ad un certo punto insisteva per partecipare alla messa, e così una volta (era S.Apollinare in Classe, se mi ricordo bene) siamo entrati. Era affascinata dai gesti, ma poi l’esperienza non dev’essere stata soddisfacente, non ha più voluto ripeterla. Noi non abbiamo insistito, abbiamo fatto male?
Poi le passa… 😉
ok per gli scout, al momento in una grande città non ci sono alternative di aggregazione laiche che non siano piscine e palestre.
Per la messa pure la mia c’ha provato: ‘sta ancora a piagne per le botte che c’ha preso…
Andiamoci piano con gli scout: mia figlia si è beccata una bronchitona per aver dormito in tenda all’addiaccio a 10 anni.
appoggio mozione diseredare
Ero indeciso tra Agesci e Cngei, ma vorrei optare per i primi.
già, il mistero della fede
non vorrei che la situazione ci sfuggisse di mano, però
Non credo, anzi siete stati fortunati che ha desistito senza il vostro intervento
Dici?
non ci credo 🙂
ho amici ex-scout, mi hanno raccontato esprienze piuttosto estreme per un cittadino come il sottoscritto
ok, allora mi tocca iniziare ad accumulare il patrimonio 🙂