Sì, certo, la canzone più adatta a commentare immagini di un successo aziendale è “We are the champions” e se devi scegliere una musica a sottolineare una scadenza pressante in cui ce la devi mettere tutti usi “The final countdown”, o se devi raccogliere una sfida non c’è niente di meglio che “Eye of the tiger”, un po’ meno didascalica almeno nel titolo ma talmente scontata che ti aspetti che nel video spunti l’Amministratore Delegato del competitor in guantoni da boxe pronto a minacciarti con il classico “ti spiezzo in due”, anche se nel vostro caso l’accento, più che russo, dovrebbe essere cinese. E allora lasciatevi servire, perché se volete emozionare il prossimo, nel senso di prossimo cliente, e la vostra presentazione sarà visionata da una persona di sensibilità e gusto almeno una tacca sopra la sufficienza, come si spera vista la posizione di grande responsabilità che ricopre, una tale ridondanza di messaggi rischia di banalizzare i concetti che pensate di trasmettere, in un collo di bottiglia tra elementi che tentano di scavalcarsi l’un l’altro, quale sarà da percepire prima, valori di segno opposto che si annullano. La musica è il piatto con cui servire la portata in cui avete preparato immagini decorate con parole chiave, deve stare sotto e reggere il tutto. I vostri suggerimenti, se applicati, rischiano di far inciampare il cameriere e fargli rovesciare tutto il lavoro su chi sta aspettando affamato a tavola, vestito per la serata, che a fine cena dovrà metter mano al portafoglio. E allora, permettete che ci pensi io?