fuori programma

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Io la tv non la guardo: si tratta di una dichiarazione laconica e mirata ma che si presta a infinite interpretazioni, sempre che uno abbia tempo da perdere per pensarci su. E quando uno dice che non guarda la tv, io posso anche credere che sia uno di quelli che dice di non guardare la tv per posa snob, l’intellettuale che non si mischia alla gente e non si presta a intrattenimenti comuni. Ma attenzione, perché in giro c’è pieno di tipi snob che guardano la tv con il piglio di essere snob PUR guardando la tv, e tacciano di ostentazione di falso snobismo chi non la guarda e lo conferma a parole, senza considerare chi la guarda e afferma in pubblico il contrario perché chi mente sapendo di mentire è fuori gioco e andare a fondo anche di questa casistica non ci passa più. Ma il tutto ti fa girare la testa.

Vai a sapere quindi come ognuno si comporta a casa propria. Io, anzi, io personalmente, come va di moda dire ai nostri tempi, la tv non la guardo, perché ogni volta che mi capita di accenderla rimango inorridito, mi incazzo, mi annoio, passo in rapida sequenza tutte le memorie che il digitale terrestre mi impone, cerco qualche documentario sulla Resistenza su Rai Storia, che a volte trovo ma sempre più spesso mi imbatto in Minoli che parla di Craxi. Inoltre sono contrario per principio alla tv non pubblica a pagamento. Cerco un po’ di musica ma i canali musicali oramai trasmettono tutt’altro, quindi spengo e metto su un disco.

L’apparecchio televisivo è un elemento domestico intorno a quale si progettano arredi di interi ambienti, il mio stesso mobile in soggiorno ruota intorno a un core unit – così definito sul catalogo – pensato per accogliere un maxi schermo, che a malapena sono riuscito a riempire con un 26 pollici e qualche dispositivo hi-tech connesso, il lettore dvd e un hard-disk multimediale. E ho sempre avuto l’impressione che trascorrere il tempo mediato da una visione casalinga comune, ovvero mettersi con il proprio partner a guardare la tv, fosse un po’ la morte della relazione, la pace dei sensi del dialogo e del confronto. C’è anche il fattore divano che ha il potere di spingermi al sonno a una velocità altrimenti impensabile, tanto che il binomio panciolle più voce narrante è letale nelle ore diurne bensì perfetto per le notti di ansia. Non oso pensare chi azzarda a mettersi la tv anche in camera da letto.

Ma il motivo principale è che non c’è mai tempo per sedersi e sperare di divertirsi con quel coso acceso davanti. E quando ci tentiamo, anche solo per il tg3, ecco che qualcuno reclama la visione del suo film preferito, e ci va già di lusso l’essere riusciti a guidare i gusti della personcina in questione anche oltre i disegni animati, grazie a lungometraggi divertenti e, tutto sommato, visibili anche più volte alla settimana.

6 pensieri su “fuori programma

  1. Io prima la tivvù la guardavo un sacco, non mi perdevo niente, ero informatissima su tutta la fuffa che passava. Ma proprio che guardavo Uomini e Donne, il GF, L’isola dei famosi e insomma tutti i reality e tutti i contenitori della domenica e tutti i salottini. TUTTO.
    Poi ho smesso, piano piano, non so neanche perché, però voglio dire, per fortuna.

  2. beh, ci sono delle trasmissioni che amo da sempre e che sono ancora in tivù… per esempio alcuni film (considerando che con tutta la buona volontà se riesco ad andare 10 volte al cinema in un anno è un successone), sabato mi son ri-ri-visto miseria e nobiltà per esempio, oppure gli eventi sportivi… tennis, sci, fiorentina… e poi i documentari, sinceramente su sky, sapendo scegliere c’è della bella roba.
    e poi ho amato happy days, seinfeld, friends… oppure tutta la questio è basata su informazione e spettacolo?
    p.e. adesso non la vedo, ce l’ho alle spalle, ma sento gad lerner che dice “uniti nell’ulivo”… p.e.

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