Si avvicina il Giorno della Memoria, che come ogni anno cercherò di celebrare rileggendo “Se questo è un uomo” e “La tregua” (almeno spero). La commemorazione è rispettata ovviamente anche dalle scuole, la terza di mia figlia seguirà la proiezione de “La vita è bella”, un film di cui conosce già il contenuto, sua cugina più grande le ha fatto vedere qualche scena in rete e le ha anticipato l’elemento narrativo dell’equivoco intorno al quale si sviluppa la trama. Oltre al film di Benigni, mia figlia arriva al suo primo appuntamento “serio” con le ricorrenze e il relativo approccio della scuola con un’altra opera cinematografica, di cui la prima volta è stata spettatrice assolutamente casuale. Il film in questione è “Il grande dittatore”, a cui si appassionata immediatamente tanto da, in pochi giorni, ripeterne la visione più volte. Sapete come sono i bambini e quanto amino la reiterazione degli stimoli che li solleticano di più.
Il problema è che la microvacanza che abbiamo già pianifcato in primavera a Berlino ora ha un ostacolo. Ho paura che ci siano ancora i figli degli amici di Hitler, mi dice dall’alto della sua ingenuità. Cara, le faccio notare, purtroppo i figli e i nipoti e i pronipoti degli amici di Hitler, ce ne sono stati e ce ne sono tuttora tanti anche qui in Italia, troppi da giustificare se si ripercorre tutto quello che è successo. Ma come non corriamo alcun pericolo, qui, questo è un vantaggio della democrazia, a maggior ragione i Tedeschi oggi non sono più come quelli descritti sul grande schermo da Charlie Chaplin. Nessuno giocherebbe con il mondo in quel modo facendolo scoppiare. Ecco, forse questo non avrei dovuto dirlo, già mentre chiudevo la frase mi sono reso conto di quanto fossi poco convincente, lei non ha detto nulla ma ha percepito che si trattava di un’accelerazione per chiudere il discorso, convincerla sull’infondatezza dei suoi timori e mettere in salvo i biglietti del volo già acquistati. E allora le ho promesso che, una volta in Germania, cercheremo insieme un barbiere che si prenda cura dei clienti così.
Quando arriva il giorno della memoria io ricordo sempre il giorno in cui ho visitato Auschwitz
un giorno o l’altro vorrei farlo anche io