La gente si adopera per svolgere nel tempo libero le occupazioni più strane, dove con strane intendo solo molto distanti dalle cose che faccio io. E dove con molto distanti non intendo essere critico nei confronti di chi se ne appassiona, ma soltanto appurare che ogni testa, se è un voto, è anche un mondo a sé. Prendere o lasciare. No che così mi vien da dire io lascio. È un dato di fatto. Punto. Potrei parlare del bancario che fa l’apicoltore e che mi mostra tutte le punture sulle mani, le dita gonfie alcune irrimediabilmente. Segni anche in faccia, un po’ ovunque, ma tutto ciò val bene una produzione di miele che va oltre i presentini a parenti e amici per Natale e gli orsi che dalle sue parti, e non vive a Jellystone, farebbero di tutto per mettere zampe e mandibole sulle larve. Potrei parlare anche del metallaro che da mesi sta dando vita al suo progetto di un film in stop motion con pupazzetti e scenografia in plastilina, una foto per ogni minimo movimento e uno pensa che sia un’opera immane, probabilmente a ragione. Ma uno pensa anche se non abbia un cazzo da fare, e visto che ne sta scrivendo sul suo blog, si rende conto che gli altri possono pensare la stessa cosa di lui, così si appresta alla combinazione di mouse e tasti per cancellare le ultime righe e cambiare finale al post. E poi decide di lasciarlo così: perché cambiarne il senso, se il senso prima o poi si materializzerà da qualche parte.
“…e visto che ne sta scrivendo sul suo blog” e altri che magari non hanno un cazzo da fare e lo stanno leggendo e si chiedono se poi alla fine dell’opera immane seguirà la pubblicazione della stessa, e aspettano con curiosità.
Ciao