In realtà il calendario dell’avvento è la rappresentazione grafica di una sequenza di giornate lavorative in costante aumento di complessità e stress, un’escalation di attività urgenti miste a imprevisti inevitabili che si sussuegono come nauseabondi blocchi al sapore di rosolio obbligatori da ingurgitare per tradizione e i cui avanzi vanno ad accumularsi giorno per giorno nelle tasche delle micro-economie aziendali e che traboccano fino all’ultimo tra conti da chiudere, budget da confermare o esaurire, progetti da ultimare come se non ci fosse un domani e il primo giorno dopo le feste fosse un’incognita, un aprire la porta degli uffici il due gennaio magari anche in piena emicrania da sbronza e giuro che non farò mai più, disattivare l’allarme e trovare il nulla post-atomico e dover ricostruire il mercato da zero. Fidatevi di me e di tutti gli altri sopravvissuti alle tempeste di fine d’anno passate e alle deflagrazioni da tutto subito prima delle vacanze. Sappiamo che non è così. Il primo giorno lavorativo dell’anno prossimo ci ritroveremo tutti allo stesso posto, non temete, ci telefoneremo come al solito e ci chiederemo da dove ripartire, e vedrete che sarà tutto come prima che iniziasse questa discesa che ci avete costretto a correre, a piedi e con le mani piene di borse piene di regali per voi, che nel migliore dei casi ci precedete in automobile e ci ringraziate con un biglietto, e nemmeno personalizzato.
Mio figlio stamattina ha trovato il forziere del tesoro nel calendario dell’avvento… ancora ci manca capitan Barbossa e poi il gioco può cominciare.
La tua definizione di calendario dell’avvento è a dir poco perfetta
🙂
Ogni dicembre è così