L’evoluzione della civiltà non è da mettere in dubbio, se non altro per l’invenzione degli strumenti volti a porre rimedio a necessità contingenti. Problema: all’umanità occorre un riparo mobile della pioggia, per evitare di camminare sotto i tetti e passare attraverso spazi aperti con disinvoltura. Soluzione: ecco l’ombrello. Questo ci differenzia dagli animali. E sempre in tema di maltempo, non bagnarsi i piedi nell’acqua piovana è altresì importante, per questo l’uomo ha inventato le scarpe in materiale idrorepellente. Ora, non è per fare quello che si stava sempre meglio prima, ma un tempo l’asset calzaturiero base in dotazione alle middle class era composto dalla scarpa da bel tempo e da quella da pioggia, laddove quest’ultimo articolo era disponibile sul mercato in una gamma comprendente dai modelli più spartani come le galosce o gli stivali in gomma alle scarpe più eleganti o anche di tendenza, come i Dr. Martens. O le polacchine in pelle. Tutto infatti va bene in caso di pioggia, non certo le scarpe di tela. Perché è proprio qui che, partendo dagli uomini primitivi, voglio arrivare. Benedetti giovani d’oggi che indossate le All Star sempre, con il sole e con l’acqua, in estate e in inverno, con il caldo e con il freddo. Quando piove così tanto non sono proprio adatte. Trascorrere una giornata intera con i piedi a mollo nelle scarpe da tennis inzuppate riduce enormemente la qualità della vita.
Caro mio, i giovani di oggi sono esattamente come ravano noi giovani di ieri: misurano la qualità della loro vita con tutt’altri parametri…
eravamo, volevo dire