Un film da sei stelle, perché le cinque di rito per i grandi eventi in questo caso stanno strette. Voglio dire, un qualunque regista americano con tutta quella roba lì ne avrebbe fatto almeno tre di film. Uno su Robert Smith alle prese con il supermercato e altre amene quotidianità. Uno sulla morte di un padre che ti fa chiudere i conti con l’adolescenza che porti nei capelli e nell’eyeliner. Uno sulla ricerca dei criminali nazisti e le popstar alle prese con la storia. E vedendo Davd Byrne mentre canta e si china sotto il living room vintage che sfida le leggi di gravità e si intona perfettamente con il suo genio, mi sono chiesto quanto manca alla reunion dei Talking Heads.
Da alcune dichiarazioni di Byrne temo non si riuniranno
uff
Vado a vedere quel film stasera… 🙂
anch’io!
nel senso che anch’io vado a vedere quel film stasera, non è che mi riunisco ai talking heads, ecco.
ottima scelta
se ti riunisci a loro e vi occorre uno ai synth fammi sapere
posso dirlo? son rimasto un po’ deluso…
troppo pompato, troppa gente presa e messa lì per dire una cosa, nemmeno poi quella gran cosa.
ma soprattutto troppi luoghi comuni americani, mancava solo che gli cascasse addosso un naso dal monte rushmore.
p.s. solo un po’… amo sorrentino, tendenzialmente.
p.p.s. chi non l’ha visto può non leggere, ma non è determinante: ma quando cheyenne è fuori sotto la pioggia, ma passa un tizio vestito da Batman e si salutano o sbaglio? Mah, forse era una citazione del Ceccherini vestito da uomoragno.