In Italia lasciare i bambini fuori dalla Chiesa, dai sacramenti e dal catechismo non è cosa semplice. Nella classe di mia figlia sono in cinque, lei compresa, a non essere battezzati per esempio, ma tre sono musulmani. Quattro di loro fanno un’ora alternativa all’ora di religione, noi abbiamo pensato invece che comunque avrebbe potuto essere interessante per nostra figlia sapere di che si tratta, darle strumenti affinché possa decidere da grande, se vorrà, come comportarsi con la religione. Non si è rivelata una scelta oculata, perché non abbiamo tenuto conto del fatto che preparare la comunione, seguire i riti, i canti comandati, studiare la mitologia che sta intorno al cattolicesimo è oltremodo attraente per i bambini curiosi, categoria a cui mia figlia sembra appartenere. Tanto che più di una volta, e poche ore fa si è consumata l’ultima, ci ha chiesto perché non è stata battezzata e ci ha confessato che le piacerebbe seguire catechismo e preparare la comunione.
La motivazione ufficiale è che si trova in minoranza nel gruppo dei pari. Sono convinto non sia giusto forzare i piccoli a sentire la diversità come un valore, perché per loro è difficile sviluppare una maturità emotiva adeguata. O magari la sviluppano, ma i compagni di classe non sempre la capiscono. A noi sembrava peggio estrometterla dall’ora di religione, era come rimarcare in modo più accentuato una differenza culturale, tuttavia il problema si presenta con una certa ricorrenza.
Ma devo ammettere che parlare molto chiaramente, non mentire sulle proprie posizioni anche quando si pensa siano difficili da afferrare per i figli alla fine paghi. E non è stato nemmeno così complesso spiegarle perché non siamo credenti e praticanti, e soprattutto perché ci sentiamo così lontani da una comunità politica e spirituale che nega i diritti fondamentali alle persone omosessuali, portandole l’esempio di una coppia di amiche di famiglia, compagne di vita, che lei stima enormemente e che per lei sono più che zie. Perché vuoi far parte di una comunità che impedisce a loro di sposarsi, di adottare figli, di costruirsi una famiglia come la nostra, influenzando addirittura la legislazione e i poteri politici che potrebbero permettere tutto ciò? A sostegno della tesi le abbiamo mostrato gli esempi degli stati stranieri che, privi di un sistema di opinion leading interno come il Vaticano in Italia, possono difendere le coppie dello stesso sesso dai pregiudizi socio-culturali con l’informazione, con la cultura e, soprattutto, con la legge (ovviamente con terminologia adeguata all’età).
Non so, non nego che la cosa ci crei confusione, ma penso che sia un metodo vincente, alla lunga. Lei potrà comunque non privarsi dell’aspetto favolistico della religione, il Natale e tutto il resto, le feste che hanno un fascino indubbio e difficile da sostituire con un’alternativa altrettanto appagante. Ma se si ripresenterà il problema, sono certo che useremo gli stessi argomenti a difesa della nostra scelta. Per continuare la sana cultura cattocomunista di famiglia.
Coerenza vorrebbe che mica si tiene solo quel che piace/fa comodo, quindi niente Natale.
Il Natale è la ricorrenza del Dio Sole: il 25 dicembre è il giorno in cui la nostra stella ricomincia a risalire sull’orizzonte (mentre tra il 21 e il 22 dicembre tocca il punto più basso). Costantino all’epoca volle unificare i vari culti dell’impero romano e fece un minestrone.
Vogliamo parlare della Pasqua, in origine festa della primavera? Conigli e uova sono simboli cristiani o di fecondità? E l’epifania?
Sembrerebbero feste pagane. Chi deve rinunciare a cosa? ;^)
Grazie dell’aggiornamento, le farò leggere le tue parole
@Lucia: già cattocomunismo è un discreto ossimoro, lasciami risolvere una questione per volta 🙂
Non ho ancora figli, ma quando e se ne avrò, ho sempre detto che farò proprio quello che avete fatto voi. Stima imperitura 🙂
grazie, non posso che esserne onorato
La mia ormai è più che ventenne e abbiamo fatto la tua scelta, io sono credente, mio marito è ateo, siamo sposati solo civilmente perchè si faceva prima a rispettare lui, cosa che rifarei. Per la bimba, ripeto, abbiamo fatto la tua scelta, è restata credente e non frequenta la chiesa. Entrambi siamo contenti dello spirito crtico che ha maturato in questi anni, proprio tramite la conoscenza diretta. Non abbiamo mai espresso giudizi, proprio per evitare contrasti fra di noi, abbiamo lasciato che lei si facesse la sua opinione.