“Qualcuno prima o poi inizierà a sparare”, con la variante “sarebbe il caso che qualcuno cominciasse a farlo” è un inquietante sfogo che mi è già capitato di sentire qualche volta, negli ultimi mesi e da persone diverse, anche eterogenee tra di loro in quanto a cultura, estrazione sociale, età. Non tante eh, per fortuna, ma un numero sufficiente a formare un piccolo gruppuscolo di guerriglia urbana. La cosa preoccupante è che si tratta di persone adulte, che probabilmente, come me, per motivi anagrafici hanno attraversato da spettatori gli anni della lotta armata. E siccome io ho fatto incubi a non finire, ai tempi, per via dei telegiornali che trasmettevano a non finire le foto o gli identikit dei terroristi, non so se mi piacerebbe ripassare in mezzo agli anni di piombo, questa volta da adulto, e spiegare a mia figlia che cosa sta succedendo intorno a lei e quali possono essere i rischi anche per la gente comune. Infatti è lo sparare nel mucchio che mi atterrisce, ma credo chi sostiene che sia un bene usare le armi per risolvere alcune delle questioni più urgenti intenda, prima, prendere bene la mira. In tal caso, ehm…
Nel post che ho scritto oggi dicevo proprio che alla mia generazione mancano epoche con ideali forti, qualsiasi essi siano.
Ma tornarea gli anni di piombo proprio no… (sono sempre stati il mio recondito sogno di studio storico ma all’uni mi dissero che non era il caso di addentrarsi in quel labirinto. Avrei potuto scoperchiare senza troppo impegno vasi che tutti vorrebbero sigillare… mah…)
anche io ero partito con l’idea di fare la tesi su qualcosa attinente al terrorismo, di destra però, per esorcizzarlo. Per fortuna, nel corso degli studi, ho cambiato idea e ho ripiegato sulla letteratura latina 🙂