Ci sono giorni in cui Internet mi è fondamentale, per il lavoro, per la vita privata, per passare il tempo e per trovare informazioni. Altri in cui ne potrei fare a meno, quando non sono bravo a filtrare i risultati delle ricerche, quando mi è difficile capire l’autorevolezza di un’opinione perché sono ignorante e non conosco quel giovane esperto lì e così via. Ci sono stati e ci sono tuttora momenti epici della mia vita che si svolgono qui sopra, ma anche emicranie perforanti da caos totale, situazioni da cinque minuti prima della campanella in cui sembra che tutti si scavalchino anziché trovare il tempo giusto e il loro turno per intervenire, e la lettura è un susseguirsi di hei guarda come sono bravo, guarda come sono intelligente, guarda come sono creativo, guarda come la butto in caciara. Il problema, per chi ci lavora come me, è mantenere la calma, tenere comunque i piedi da questa parte, e affacciarsi alla finestra sul mercato, proprio nel senso del mercato rionale in cui articola il web, solo per scrutare ma senza buttarsi di sotto, sforzandosi di astenersi dallo sputare sui passanti come si faceva da piccoli. Se non altro guardare in giro ti aiuta a nutrire l’autostima, leggi e apri file e dentro c’è poco o nulla, o per lo meno niente che tu non sappia già, proprio come a pc spento. L’ennesima versione personalizzata con powerpoint in allegato di un chiedersi come, perché, dove, quando e chi senza dare una risposta.