La maestra preferita da mia figlia e da quasi tutti i suoi compagni di classe, quest’anno non c’è più. La maestra Claudia è una precaria e proviene da un paese della provincia di Siracusa, da dieci anni le vengono assegnati incarichi stagionali in scuole primarie della zona, gli ultimi tre nell’istituto frequentato da mia figlia; il che significa, come sappiamo, due mesi senza stipendio, un disagio che si aggiunge al fatto che è sposata e suo marito, dipendente pubblico, non può trasferirsi con lei al nord. Il loro ménage consiste nell’incontrarsi un weekend al mese e aspettare ponti e ferie estive. Ogni progetto famigliare, un figlio per esempio, sono demandati a un non ancora ben definito futuro. Nonostante ciò, anno dopo anno la maestra Claudia ha continuato a sperare di essere confermata nella stessa scuola e con lo stesso incarico, un mix di serietà professionale e di affetto per la classe (genitori compresi) in cui era così benvoluta. In prima era l’insegnante dedicata all’area logico-matematico-scientifica e di inglese, e già all’inizio della seconda avevamo temuto il peggio, perdendo poi alla fine solo inglese e informatica. Ma quest’estate c’era nell’aria una ventata di ottimismo: la maestra Claudia, forte di un punteggio molto alto, sarebbe riuscita a rientrare nel numero delle insegnanti passate di ruolo. È facile quindi immaginare il nostro e il suo disappunto quando la chiamata degli incarichi si è fermata ben prima del numero annunciato, e poco sopra la sua posizione. Una lotteria della sfortuna, per non essere volgari. Va beh, non importa, mi farò ancora un anno da precaria e speriamo per il prossimo, l’importante è rimanere con le mie classi, ci ha detto. Ma non è stato così. Una maestra nominata fresca fresca di ruolo, buon per lei, è stata assegnata alla nostra scuola, ha potuto scegliere tra i posti vacanti e ha deciso per la cattedra scoperta già della maestra Claudia. Le nostre lamentele alla preside sono state più che sterili, il punteggio maggiore consente il diritto di prelazione sull’incarico. Alla maestra Claudia è stato concesso di sceglierne uno tra quelli rimasti scoperti, e mia figlia e i suoi compagni non hanno più la loro maestra preferita. La nuova maestra dedicata all’area logico-matematico-scientifica è la settima insegnante di mia figlia e i suoi compagni. La settima in poco più di diciotto mesi, e siamo solo al primo giorno di terza. Ah, bella fortuna il maestro unico.
Che rabbia, che orribile senso di impotenza.
Sì, anche perché dover spiegare questo tipo di delusioni ai figli non è semplice