D’altronde con qualcuno bisognerà pur prendersela, se è il primo giorno di lavoro dopo le ferie e piove e il treno viaggia con diciotto minuti di ritardo circa. Questa zozza società che ho visto ampiamente rappresentata sulla tratta Olbia-Civitavecchia, clientela tutta italiana perché dal nord Europa ha più senso imbarcarsi da Genova. Ce l’hai accanto e ti riporta alla realtà, l’Italia, anzi, l’Italia 1 che è fatta di treccine afro (probabilmente impazzavano gli intrecciatori sulle spiagge sarde e si tratta di una pettinatura alla moda), di labbra a canotto, di pelle tirata artificialmente e ammennicoli vari di cui ci beeeeeiamo (cit.) di fronte ai nostri simili, una spettacolarizzazione in cui manca solo un Teo Mammuccari che ci presenta uno a uno con il suo verso da agitatore di folle che tanto ci piace e chiede un applauso per ogni tratto osceno che nota in noi. Ma anche una zozza società in cui si vive per le ferie che poi finiscono, tutto riparte tranne l’economia perché manca la manovra, anzi c’è ma ogni giorno cambia e i mercati si burlano delle nostre zozzerie. Mi unisco allora al coro degli stornellatori, perché qualsiasi cosa sembra meglio, figuriamoci poi il vinello bianco fresco fresco che ti taglia le gambe, quindi mi alzo in piedi e dedico l’ultima strofa a questa società a responsabilità limitata in cui oggi sono rientrato al lavoro, che un po’ zozza lo è ma non dico perché, magari qualcuno che mi conosce passa di qui e lo legge.