La gente affamata assalta e saccheggia i forni, chiede cibo, si organizza ed espropria. La gente esasperata da un modello di consumo che non può più permettersi fa lo stesso: chi, fino a ieri, ha goduto di privilegi, non vuole rinunciarvi e difende con i denti la proprietà privata. Chi invece crede che il lusso, come dice la pubblicità, sia un diritto di tutti lancia il suo attacco. Poi c’è il livello uno, chi ancora deve combattere un regime, togliere i vincoli alla propria libertà, emancipare corpi da dittature politiche e coscienze da dittature religiose e viceversa. Un bel casino, no? E tu fai una figlia perché fino a qualche anno prima c’è stata una parvenza di stabilità, comunque le cose si sistemano, dove si mangia in due si mangia in tre. Ultima fermata si prega di scendere, siamo probabilmente a destinazione, ad un punto di non ritorno. Si è delineato uno scenario composto da tanti microsistemi nazionali che implodono, mentre dall’esterno barconi fatiscenti tentano l’approdo a un sistema economico in grado di accoglierli. Insomma, sappiamo tutti quanto questa convenzione tra benestanti e bisognosi, a ogni livello, possa reggere. Il nuovo ordine mondiale deve risolvere l’annoso problema del conflitto di classe, chi ha maggiori risorse dovrebbe metterle a disposizione e farlo con convinzione di causa. Eh bravo, prova a convincerci. Confondere l’avere di meno con il non avere nulla è il grande paradosso. Ora la scrivo e la pubblico grazie all’adsl flat. Poi si parte per la Sardegna.