Mi sento sempre un po’ a disagio (il link non c’entra nulla, i due amici dell’omonimo blog lo prendano come un esperimento surrealista) quando incrocio persone con la testa rasata, allo stesso modo in cui sudo freddo in presenza di cani aggressivi. Il mix dei due fattori genera esponenzialmente una sorta di terrore tendente al panico. Non vi dico se e quando le teste rasate e i cani sono più di uno tendente al branco. Da qualche anno poi avere i capelli cortissimi o non averli affatto è piuttosto di moda, e il fatto che questa moda abbia coinciso con la crescita in parlamento e fuori dei movimenti e simpatizzanti di tutte le destre possibili e immaginabili, rende il tutto ancora più inquietante. A confondere le idee poi ci sono i numerosi skinhead di sinistra, quindi capire a distanza se ci si trovi in prossimità di un naziskin, un mastro lindo qualunque, un redskin o un militante radicale dei centri sociali è sempre più difficile. Nel dubbio, passo dall’altra parte, mi fermo, cambio posto in treno. Il mio pregiudizio non ha radici fondate, probabilmente sono vittima del terrorismo dei media. Ma quando vedi persone così, o assisti a manifestazioni così, per chi ha una radicata componente antifascista come me riuscire a riabilitare un’intera categoria è impensabile. Eppure conosco numerosi appartenenti al movimento S.h.a.r.p., ho frequentato anni un amico di indole gentile e cordiale che era talmente skin da comparire come modello su riviste di abbigliamento specializzato. La città in cui ho vissuto a lungo ha una longeva tradizione di rudeboys. Ho visto e rivisto e stravisto This is England. Tuttavia, con tutte le buone ragioni a destra e a sinistra, ammesso che ce ne siano, testa rasata bomber e anfibi mi sembrano un modo aggressivo di porsi verso il prossimo.
Inequivocabile, perché in questo caso ogni dubbio è fugato, è invece il tipico saluto noto come saluto romano. Qui il fattore capigliatura è variabile. La mania del ritratto in cotanta posa è dilagata anche sui social media, e questo è solo l’ultimo caso. E grazie a Google, che ha messo a punto la funzione di ricerca tramite immagine, chissà se sarà possibile, un giorno, raccogliere e organizzare una banca dati dei legionari del duemila. Persone anche dal taglio di capelli meno da combattimento che hanno deciso, fieri del loro braccio teso (che a differenza della proverbiale mano tesa non è proprio quel che si dice un gesto accogliente) di tenere accesa una fiamma che non ha eguali in anacronismo.