Io uccido, il best seller di Giorgio Faletti, è stato pubblicato nel 2002. Da allora, sono pronto a scommetterci, non credo di aver trascorso più di 2 o 3 giorni senza incontrare qualcuno con una copia di quel tomo, e tutto il suo pondus in senso stretto, lato e traslato, in mano. Così se leggo o sento parlare di novità, di rivoluzioni, di cambiamenti, nuovi cicli, cose che mutano, e poi vedo persone assorte in quella lettura in treno, con tutto il materiale leggibile pubblicato nel frattempo al mondo, mi sento prigioniero di un incantesimo. A quel punto cerco solo una risposta: sogno o son desto? E, in preda a un attacco di ansia, mi guardo intorno. Il mio dirimpettaio risalta per i capelli lunghi dietro raccolti da un codino, mentre per il resto è praticamente calvo, e sfoggia una maglietta dei Guns. Di fianco, una tipa mingherlina veste minigonna di jeans e ballerine. Siamo vittime di uno stallo. E pare ci sia ancora gente che scrive sui blog.
L’alternativa è la trilogia di Larsson.