Te ne accorgi a causa della presenza degli alieni in città. Presenza che probabilmente è costante anche in altri periodi dell’anno, ma se ti guardi un po’ in giro è più facile incontrarli. Si mischiano in mezzo a noi nelle ore del giorno; li vedi mentre vai al lavoro sui mezzi, li incontri per le vie del centro e no, con un rettangolo nero di pelle sottobraccio, da soli oppure in piccoli gruppi, modalità con cui risaltano ancora di più. Magari ho ragione io, e c’è stato un nuovo sbarco, l’ennesima astronave che li ha portati in visita qui a Milano, grazie alla Fashion Week 2011, in una specie di gita sociale interstellare. È encomiabile il loro tentativo di passare inosservati, tra noi terrestri, usando gli abiti che normalmente indossiamo, frequentando gli stessi bar in cui consumano sostanze di uso comune: caffé, cappuccini, cornetti. Ma come per i bambini del villaggio dei dannati, c’è sempre un particolare che li tradisce. Il modo di camminare, per esempio o, più di ogni altra caratteristica, la statura. Da un decennio circa, i loro tratti somatici sono sempre più simili alle nostre etnie caucasiche dell’est europeo, soprattutto per il genere femminile. Probabilmente si tratta di una processo evolutivo. E quando li incroci e non riesci a non guardarli, loro spesso abbassano gli occhi, consapevoli e pudici della loro diversità e del loro patetico tentativo di far finta di nulla, magari con le borse della spesa in mano. Ho avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo proprio questa mattina, sarà per via della settimana della moda. Metropolitana, linea rossa, ora di punta. Impiegati che vanno al lavoro e universitari diretti in facoltà, persone normali insomma. In mezzo alla carrozza, in piedi raccolte attorno all’apposito sostegno verticale, quasi a catalizzare di più l’attenzione, tre aliene – due chiarissime dai capelli biondi e una dai tratti fortemente orientali – con una mappa in mano a guardarsi tra loro, sicuramente spaesate in quell’accozzaglia di capelli bruni, stature mediterranee, persone normali. Noi terrestri sicuramente fuori forma, loro extraterrestri sicuramente fuori luogo.
I ragazzi venuti dal Brasile mi ha inquietato e mi inquieta, ma i tuoi alieni mi ricordano di più Il villaggio dei dannati.
ho come l’impressione, ogni volta in cui ne incontro, che dentro siano davvero infelici. Magari poi sono io che non so leggere cosa c’è nel prossimo, anche quando è quel tipo di prossimo
Forse perché più che “prossimo” è lontano anni luce.