F. mi ricorda alcuni fenomeni che, secondo lui, si manifestano solo in Italia. E non parla di Ruby, aspiranti soubrette che si innamorano di miliardari settantaquattrenni eccetera eccetera. Li definisce fenomeni minori, ma significativi. Ecco le piccole cose a cui nessuno pensa, travolti dai macro-eventi e dalle igieniste dentali:
- l’era di Checco Zalone: presente ovunque, tutti lo linkano su youtube, al cinema e in tivvù, imita tutti (e a me continua a non far ridere, ma è un mio problema)
- lo specifico cinematografico italiano, che è il film comico di livello zelig (ancora Checco Zalone)
- la Lega che si indigna per il film su Vallanzasca, e non per la villa di Arcore con annessa sala per la lap-dance, ma l’indignazione è rivolta all’idea di aver fatto un film su Vallanzasca, e non sul fatto che è l’ennesimo flop del cinema italiano, ormai identificato con Checco Zalone
- Giovanni Allevi tout court (imitato anche da Checco Zalone)
- la satira di sinistra che (solo a volte, riconosciamolo) fa da spalla a comici qualunquisti solo perché fanno share (Checco Zalone)
- su Facebook Checco Zalone ha quasi più pagine di Chuck Norris
- molta gente cita a iosa i tormentoni berluscomici, come Checco Zalone, come se ci fosse ancora da ridere.
Ecco. Che cosa c’è ancora da ridere?